Chiesa di San Giorgio

Chiesa intitolata a San Giorgio, tra le più vetuste di Tricesimo.
Indirizzo Via Roma, 33019 Tricesimo UD, Italia
Punti di contatto
Cap 33019
Modalità di accesso

Luogo privo di barriere architettoniche ed accessibile a tutta la cittadinanza.

La chiesetta intitolata a San Giorgio, martire durante la persecuzione di Diocleziano, venerato fin dai primi tempi della cristianità, ma considerato titolo longobardo, è una delle chiese più vetuste di Tricesimo. Se pur citata per la prima volta in documenti del 1360, ha certamente origini antecedenti e più che antiche. S'ipotizza una localizzazione al centro di un insediamento romano. L'aspetto architettonico attuale tradisce origini d'epoca romanica (secc. IX-XII) confermate dalla più piccola delle finestre laterali ma fu variato a fine '500 con l'erezione dell'attuale presbiterio di forma quadrata più ampio del precedente e con l'apertura di due balconate oltre alle due esistenti piccole finestre per illuminare la navata. Nel 1678 sono ricavate le due finestre rettangolari sulla facciata. Già a quell'epoca gli affreschi dell'abside e dell'estradosso si presentavano in pessimo stato di conservazione.

Ha sempre avuto un unico altare consacrato, per qualche tempo dotato di un'ancona lignea con una pala, entrambe rinnovate completamente a inizio '800 e perse durante la seconda guerra mondiale. Un campaniletto a vela, a monofora, è posto sul colmo della facciata all'inizio dell'aula. Documenti settecenteschi citano un cimitero o centa intorno alla chiesa. Restano pochi lacerti di affreschi di difficile lettura sulla sinistra della facciata che separa l'aula dal presbiterio, e due croci vescovili sulla parete di destra della navata.

La chiesa, mai associata alla villa di Laipacco, era compresa, insieme a San Rocco/Sant'Antonio e San Pietro in Zucco, tra le tre chiese del comun di Tricesimo, e, come tale, un cappellano vi ha celebrato messa una volta la settimana almeno fino a metà '700. Una confraternita, quella intitolata a San Valentino, ne ebbe cura per secoli, ma a partire da metà ottocento l'edificio subisce un graduale declino ed è quasi abbandonato. Subisce furti, incendi, occupazioni di soldataglie e di nomadi, è vicina al crollo. Un intervento del 1955 e un'altro nel post-terremoto la salvano e la consegnano all'oggi.

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?
1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?
1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot